sculptures

The Table of Giotto.


The Gothic perspective which appeared in Western art for the first time and broke the space was able to include in itself several moments at the same time. The perspective of time appeared. The time perspective of the past and the present took the viewers into the space where they became part of the events. The structure of the work of art and its mythology was changed when the space was divided. At that moment, the inner and the outer, the public and the private parted and changed the scene of world history. It created a new order of time and space. The norm of how space was used changed because different moments of time could be expressed through the use of space. (In this way, Gothic was superior to Byzantine art and it stepped into the space, taking along the viewer who became an eyewitness.) A complicated time structure was born in the work of art and in long, multiple episodes, it changed into a chain of events which happened in another time. Gothic art was the first trying to express and reach the inner human being. Gothic solved the Byzantine style and the movement bringing emotions into art.

The Italian Renaissance critics first used the term gothic to express their contempt for this particular style thinking that the Goths who destroyed the Roman Empire brought the style with them to Italy. Gothic = Barbarism.

The idea and the spiritual centre of my work is exactly this barbarism in gothic which I want to express in the perspectives, structures and physical existence of my pictures and sculptures. My works are observations and wonderings, experiments to reach and live this meaning of barbarism which I here and now, in this moment have lived again and transposed it, so it has become the way the spirituality of gothic was in the eyes of the Renaissance critics.

The table of Giotto is an imaginary table which appears in my works sometimes as a whole, sometimes only partially. It sustains the written spirituality in itself and contains some kind of fictive, gothic cubism where the inner meets the outer, the past meets the present and the public world meets the private world.

 

Ologrammi gotici – Installazione di Sándor Vály

Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale

Nell’ambito della mostra dedicata a Moholy-Nagy e all’avanguardia ungherese fra le due guerre, in una prospettiva di ricostruzione ambientale contemporanea delle teorie sulla luce dello stesso fondatore della Bauhaus nell’area del chiostro/giardino, un’installazione di Sàndor Vály.

Vály, artista figurativo e visivo ungherese che vive in Finlandia, pratica un’arte caratterizzata da una dimensione concettuale e filosofica che non si limita solo alla pittura, ma si estende anche alla scultura, alla musica, al cinema e alla letteratura, portando alla creazione di opere d’arte basate su un pensiero globale.

L’installazione riflette sulla prospettiva della rappresentazione gotica nello spazio tramite il sistema relazionale di spazio e tempo delle luci. La prospettiva gotica ha portato una novità riguardo ai concetti tradizionali del tempo e dello spazio: gli eventi che si verificano in diversi piani temporali qui vengono rappresentati in una sequenza spaziale parallela all’interno di una singola immagine. Dopo l’atemporalità bidimensionale dell’arte bizantina, il gotico infatti, pur raffigurando storie nella loro sequenza spaziale, presenta al contempo un piano temporale lineare. L’eternità cede il posto alla narrazione, alla sequenza spazio-temporale degli eventi. Le relazioni spaziali dell’installazione, nonostante la loro simultaneità spaziale, rappresentano la struttura temporale della memoria. I frammenti spaziali (statue), racchiusi in contenitori polverosi o vetrine, nonostante sembrino contemporanei, grazie alla particolare illuminazione rivelano forme a volte disegnate con maggior cura, altre volte sfumate, dando vita a immagini che evocano corpi antropomorfi non meglio definiti. “L’ologramma gotico”, dunque, altro non è che la trasformazione della percezione visiva di un oggetto determinata da diverse illuminazioni. Nel caso dell’installazione, tuttavia, la luce è più di una semplice visione. Si stabilisce un continuo cambiamento di aspetto tra spazio e tempo: il primo è un contenitore che, una volta rimosso, crea una sorta di spazio interno e forma un’unità con le opere d’arte. L’aspetto del tempo è invece duplice: da una parte i contenitori polverosi rimandano al passato, dall’altra il tempo della natura che appare nelle installazioni video è il contrappunto del tempo circoscritto dell’uomo.

 

Ologrammi gotici Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale, 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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